I possessori di una Citroen C3 o di una DS3 prodotta tra il 2009 e il 2019 devono preoccuparsi: le accuse sono gravissime.
Le automobili più moderne puntano tutto o quasi su sostenibilità e sicurezza. Peccato che, in molti casi, inquinino quanto le vetture di trent’anni fa e che i loro costosi dispositivi di sicurezza di fascia alta si rivelino inefficaci o, peggio ancora, pericolosi.

Lo sanno bene coloro che hanno acquistato, anche in Italia, una Citroen C3 o una DS3. Questi due modelli si sono infatti rivelati più simili a delle roulette russe che a delle automobili. E il Codacons, insieme ad Adusbef e Assourt, ha di recente promosso una class action contro Groupe PSA Italia e Stellantis N.V., accusando le case automobilistiche di aver prodotto veicoli inadeguati e pericolosi.
Il problema riguarda migliaia di auto versione C3 e DS3 immesse sul mercato tra il 2009 e il 2019. A destare preoccupazione sono gli airbag difettosi che, in caso di incidente, non si aprono: esplodono! Sì, esplodono, letteralmente.
La notizia è che il Tribunale di Torino ha dichiarato ammissibile l’azione collettiva. Finalmente qualcuno ha stabilito che non è affatto normale che 190.000 veicoli circolino con un dispositivo di sicurezza capace di uccidere o ferire gravemente conducente e passeggeri.
I difetti pericolosi delle C3 e delle DS3 vendute fra il 2009 e il 2019, scatta la class action
Il pericolo è emerso solo nel 2019, quando alcuni accertamenti tecnici hanno rivelato che gli airbag montati su migliaia di C3 e DS3 erano soggetti a una degradazione anomala. Secondo le analisi, in caso di incidente c’era una concreta possibilità che l’airbag potesse scoppiare, sparando dei frammenti metallici contro il volto di conducente e passeggeri.

Solo nel 2020 Stellantis, tramite PSA, ha avviato campagne di richiamo in Italia e nel mondo. La campagna è stata denominata “STOP DRIVE”. Citroen ha invece invitato i clienti a contattare i concessionari per la sostituzione gratuita degli airbag. Ma molti automobilisti sono rimasti senza auto di cortesia, senza risposte e con l’ansia di dover guidare o aver guidato una sorta di bomba a quattro ruote.
Il danno, per chi ha acquistato questi modelli con airbag difettoso, è sia morale che economico. Stellantis non commenta. E lo stesso fa Citroen. Gli acquirenti delle auto difettose sperano invece che la richiesta del Codacons venga accolta.
Possono aderire all’iniziativa tutti i proprietari dei modelli incriminati. È possibile farlo gratuitamente, oppure pagando 150 euro per ricevere assistenza legale personalizzata.
La class action chiede 30 euro al giorno per ogni giorno di inutilizzo e 1.500 euro per il trauma psicologico. Una cifra neanche troppo elevata, se si considera che il disagio non è solo psicologico e individuale, ma anche civico e collettivo. Non è infatti accettabile che, in un Paese come l’Italia, si possano vendere auto potenzialmente letali e cavarsela con un richiamo chiamato “STOP DRIVE”.